BY: Federica Bernardi

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Anche se la dipendenza affettiva non è ancora stata classificata come patologia nei diversi sistemi diagnostici, essa viene considerata come una “New Addiction”, una serie di dipendenze tra cui si ritrovano anche la dipendenza da Internet, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da sport, lo shopping compulsivo, la dipendenza da lavoro.

Essa riguarda soprattutto le donne dai 20 ai 50 anni, anche se negli ultimi tempi sono in aumento anche i casi maschili. La dipendenza affettiva sembra essere una problematica sempre più presente nella nostra società.

Quando possiamo dire di essere di fronte ad una situazione di dipendenza affettiva?

Un certo grado di dipendenza dal partner è parte di ogni storia d’amore che possa definirsi tale, soprattutto nella fase dell’innamoramento, caratterizzata da un forte senso di intimità e passione, e in cui il senso di fusione è particolarmente forte.

Quando queste caratteristiche diventano però rigide e pervasive e assumono la connotazione di necessità assolute, il rischio è di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello relativo alla dipendenza affettiva patologica. La relazione diventa quindi problematica quando ci si dedica completamente all’altra persona rinunciando ai propri bisogni, facendo sacrifici pur di accontentarla, fino a ridurre le proprie attività e i propri interessi.

La possibilità di andare oltre la fase dell’innamoramento e di amare l’altro dipende infatti dalla capacità dei membri della coppia di percepirsi e rispettarsi come individui separati, cioè di riconoscere l’altro nella sua diversità senza per questo perdere di vista la propria individualità. Quando invece il vincolo di coppia offusca i propri bisogni e desideri e ci incatena all’altro soffocando la nostra individualità possiamo parlare di dipendenza affettiva.

Ma quali sono le caratteristiche delle persone con dipendenza affettiva?

In linea generale, è possibile riassumerle nel modo seguente:

  • – La difficoltà a riconoscere i propri bisogni e la tendenza a subordinarli ai bisogni dell’altro.
    L’amare l’altro diventa spesso una forma di sofferenza; il benessere emotivo, a volte anche la salute e la sicurezza, vengono messi a repentaglio per l’altro. Le persone con difficoltà affettiva non riescono a prendersi cura di sé, a creare degli spazi per la propria crescita personale perché sempre prese, in quel momento, da qualche problema del partner che richiede la loro attenzione e la loro energia vitale.
  • – Un atteggiamento negativo verso se stessi, per cui si ha un pensiero del tipo: “io sono cattivo, gli altri sono buoni, mi trattano male per colpa mia”.
  • – L’ingiustificata, assurda, sconsiderata presunzione di farcela. La presunzione di riuscire prima o poi a farsi amare da chi proprio non vuole saperne di amarci o di amarci nel modo in cui noi pretendiamo.

Queste persone soffrono di un profondo senso di inadeguatezza.  Sono convinte che per essere amate devono sempre essere diligenti, amabili, sacrificarsi per l’altro per poter ricevere il suo amore. Anche quando questo vuol dire farsi male: spesso infatti, anche se non sempre e necessariamente, la persona amata è irraggiungibile per colui o colei che ne dipende. Infatti, la dipendenza si alimenta dal rifiuto, dal dolore implicito nelle difficoltà e cresce in proporzione inversa alla loro risolvibilità.

Coloro che soffrono di dipendenza affettiva sono persone fragili, alla continua ricerca di un amore che le gratifichi. Sono individui che hanno difficoltà a prendere coscienza di loro stesse e del loro diritto al proprio benessere che non hanno ancora imparato che amarsi è poter stare in una relazione senza dipendere e senza elemosinare attenzioni e continue richieste di conferme.

I pensieri e i vissuti emotivi nella “dipendenza dall’amore” sono principalmente connotati da:

  • – Tendenza a sottovalutare la fatica connessa a ciò che serve ad aiutare la persona amata al punto da raggiungere, senza percepirlo in tempo, livelli elevati di stress psicofisico;
  • – Terrore dell’abbandono che porta a fare cose anche precedentemente impensabili pur di evitare la fine della relazione;
  • – Tendenza ad assumersi abitualmente la responsabilità e le colpe della vita di coppia;
  • – Autostima estremamente bassa e una conseguente convinzione profonda di non meritare la felicità;
  • – Tendenza a nutrirsi di fantasie legate a come potrebbe essere il proprio rapporto di coppia se il partner cambiasse, piuttosto che a basarsi su pensieri legati al rapporto attuale e reale.

 

Quali sono le strategie utili per uscire da questo tipo di dipendenza?

Il primo obiettivo, a breve termine, è quello di affrontare e risolvere la sofferenza attuale della persona in termini di sintomi e disfunzioni comportamentali.

Il secondo obiettivo, a lungo termine, consiste nell’affrontare le esperienze precoci negative che generalmente sono alla base delle convinzioni di non valere nulla e di non essere degni di essere amati che caratterizzano queste persone.

In parallelo, queste persone devono essere aiutate ad avere accesso a quello che provano, ai loro desideri e ai loro scopi e ad utilizzarli per compiere delle scelte autonome.

L’obiettivo ultimo è quello di creare delle basi affinché si possano formare relazioni affettive basate sulla reciprocità in cui sentirsi finalmente amati e accettati, e si possano mantenere un senso di amabilità e valore personale, anche quando tali relazioni mancano.

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